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Cosa costruire dove in realtà non è possibile?

Ultimo aggiornamento: 24. April 2025

In Svizzera, i capisaldi della piani­fi­ca­zione terri­to­riale includono la suddi­vi­sione tra aree edifi­cabili e non edifi­cabili, puntando a limitare il più possibile l’attività edilizia. Quanto è chiaro in linea teorica, è tuttavia complicato e contro­verso nella pratica. Per anni, la politica ha dovuto affrontare il problema  ma ora sembra essere in procinto di prendere nuove decisioni. Allo stato attuale è lecito aspet­tarsi regole relati­va­mente flessibili e diffe­renze cantonali nella loro realiz­za­zione , ma il dibattito politico è tuttora in pieno svolgi­mento e l’ultima parola non è ancora stata pronun­ciata.

Iniziativa popolare contro il «boom edilizio» fuori dalle aree destinate alla costru­zione

L’agenda politica è carat­te­rizzata da due questioni inter­con­nesse. Da un lato, si trova l’ini­ziativa popolare Contro la cemen­ti­fi­ca­zione del paesaggio” – “Iniziativa paesaggio”, avviata nel settembre del 2020, allo scopo di «fermare il boom edilizio fuori dalle zone edifi­cabili», come espresso dagli stessi organiz­zatori. Lo scopo è quello di inserire nella Costi­tu­zione federale il principio secondo cui le nuove strutture e quelle in aree non edifi­cabili devono essere destinate all’a­gri­coltura o a  un luogo specifico. Gli edifici agricoli non possono essere convertiti per scopi residen­ziali o per usi commer­ciali diversi da quelli agricoli e non possono essere ampliati o sosti­tuiti da nuovi immobili.

Revisione della legge in termini di compro­messo

D’altra parte,  la seconda fase della revisione parziale della Legge sulla piani­fi­ca­zione terri­to­riale (RPG 2), nata circa un decennio fa, ai tempi del referendum del 2013 (RPG 1), sta final­mente vedendo la luce alla fine del tunnel, almeno stando a quanto dichiarato da un  parte­ci­pante al dibattito al Consiglio degli Stati. Dopo diverse consul­ta­zioni e una decisione di non inter­vento da parte del Consiglio nazionale, la Commis­sione per l’ambiente ha stilato un compro­messo, succes­si­va­mente approvato dal Consiglio degli Stati durante la sessione estiva, in seguito a piccoli aggiu­sta­menti nella votazione complessiva, in assenza di voti contrari. Denominato«RPG 2 kompakt», rappre­senta un progetto in risposta all’Iniziativa per il paesaggio  ed è stato  ideato allo scopo di indurre il comitato stesso a ritirare la proposta.

Il fulcro della revisione della legge è la stabi­liz­za­zione delle aree fuori dalle zone edifi­cabili. La stabi­liz­za­zione deve essere raggiunta attra­verso un concetto generale parte del piano strut­turale cantonale. L’atten­zione non è rivolta alle normative, ma agli incentivi affinché gli edifici superflui scompaiano dal paesaggio: a deter­minate condi­zioni, i cantoni dovrebbero pagare i premi di demoli­zione per gli edifici non più in uso. Sono stati presi in consi­de­ra­zione importi da 20.000 a 30.000 Franchi per immobile. Secondo Wüest Partner, tale premio finan­zie­rebbe la demoli­zione di immobili con circa 100–300  mq di super­ficie utile, per cui sarebbe opportuno diffe­ren­ziare il premio in base alla tipologia e alle condi­zioni. Il contro­pro­getto consente una maggiore flessi­bilità di attua­zione rispetto all’i­ni­ziativa popolare. In parti­colare, il progetto si apre ad agricoltura e turismo. Un altro tema in questo contesto è la prote­zione degli edifici esistenti. La questione si è fatta sempre più impel­lente da  quando, nell’a­prile 2021, il Tribunale Federale ha stabilito che nel caso di edifici illegali al di fuori della zona edifi­cabile dopo 30 anni non decade l’obbligo di ripri­sti­narne lo stato legale. In primavera, il Consiglio nazionale ha adottato una mozione per cambiare questa situa­zione.

Anfang Juli 2022 hat sich die natio­nal­rä­tliche Umwel­t­kom­mission mit dem Raumpla­nung­sgesetz beschäftigt. Sie begrüsst die Vorlage in der Version Ständerats grund­sä­tzlich. Gemäss der Medien­mit­teilung All’i­nizio di luglio 2022, la Commis­sione Ambiente del Consiglio nazionale si è occupata della Legge sulla piani­fi­ca­zione terri­to­riale. Ha accolto in linea di principio il progetto di legge nella versione presentata dal Consiglio degli Stati. Stando al comunicato stampa, tuttavia, è stata criticata anche la necessità di adegua­menti. Le delibe­ra­zioni della Commis­sione prose­gui­ranno non prima della fine di agosto.

Livelli di preoc­cu­pa­zione molto diversi

Attual­mente, il 22% degli immobili non si trova in una zona edifi­cabile. Molte costru­zioni risalgono a decenni fa, quando questa prassi era ancora legale, e oggi sono tutelate in qualità di edifici esistenti. Sono state inoltre concesse ripetu­ta­mente delle eccezioni, ad esempio per l’agri­coltura. In tutta la Svizzera, circa il 5% degli abitanti vive fuori da zone edifi­cabili, lo stesso dicasi per circa il 4% dei lavoratori dipen­denti. Soprat­tutto nei cantoni con molti insedia­menti sparsi, più del 10% della popola­zione vive al di fuori delle zone edifi­cabili.

Una parte signi­fi­cativa degli edifici al di fuori delle zone edifi­cabili era ed è utilizzata per scopi agricoli. Anche i privati che occupano un edificio nella zona agricola sono pesan­te­mente colpiti. La desti­na­zione d’uso e il valore di questi edifici dipendono in larga misura dalle norme di tutela degli edifici esistenti emanate in futuro. Un altro problema è rappre­sentato dalle nuove regole per le imprese commer­ciali e per le altre aziende con sede al di fuori della zona edifi­cabile. A livello statale, l’impatto sulle comunità montane e rurali è spropor­zionato.

La maggior parte degli investitori istitu­zionali non è diret­ta­mente interessata: di norma, i loro porta­fogli sono presenti princi­pal­mente nelle zone edifi­cabili delle città e degli agglo­merati urbani. Indiret­ta­mente, però, la discus­sione è rilevante anche per loro, infatti, la stabi­liz­za­zione dell’at­tività edilizia al di fuori della zona edifi­cabile rafforza la domanda nei centri e contri­buisce all’ul­te­riore sviluppo degli insedia­menti urbani.In seguito alla riduzio­ne­delle zone edifi­cabili, è aumentata la pressione sulle zone non edifi­cabili, ora tutelate da obiettivi e regole.

Ulteriore procedura

Il disegno di legge deve ancora essere approvato dal Consiglio nazionale e dal Consiglio degli Stati. L’ini­ziativa è già stata racco­mandata per essere respinta dal Consiglio degli Stati e si prevede che il Consiglio nazionale faccia altret­tanto. Dopo il voto finale del Parla­mento, probabile per il prossimo inverno o primavera, la Commis­sione per l’Ini­ziativa per il Paesaggio deciderà sul cosid­detto ritiro condi­zionato della petizione. Se questo accade e se non si riesce a organizzare un referendum per abrogare tale legge, il Consiglio federale potrà renderla effettiva.. Diver­sa­mente sarà compito degli abitanti e del singolo cantone decidere che cosa fare dell’‹iniziativa. L’espe­rienza dimostra che la popola­zione attri­buisce un grande valore alla tutela del paesaggio, mobili­tando Verdi e Conser­vatori: ad esempio, nel 1987,  l’Ini­ziativa Rothenturm per la prote­zione delle torbiere e l’Ini­ziativa sulle seconde case nel 2012, rappre­sentano due casi rari di iniziative popolari che hanno ricevuto a maggio­ranza della popola­zione e dei Cantoni. Tuttavia, è probabile che questa iniziativa incontri una notevole opposi­zione. 

Resta quindi da vedere come sarà affrontata la questione su che cosa e come costruire nelle aree non edifi­cabili.

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